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Most users ever online was 17 on 23/12/2022, 08:23
Io, ero zoppo !
Ricordo ancora
quei pochi bei
momenti d’allegria
dove c’era si! vera
fame, ma pure
quella voglia sincera
d’amore
con un po’ di pazzia.
Ricordo ancora
il sorriso gioioso
di mio padre
i suoi occhi chiari
e i baffetti
e le grasse risate
di mia madre e gli zii
davanti alla fiaschetta
del vino, del buon
formaggio e salame,
le olive e le bruschette,
e le pietre del fiume
e il fiume
quand’era ancora pulito.
Ricordo la zia Maria
e le sue farcite focacce,
i miei fratelli,
e le facce gioiose di tutti,
ma non ricordo la mia.
Ma ciò
che più di tutto ricordo;
son sempre le tante botte
e gli insulti umilianti
che ho sempre preso
solo io,
perché ero diverso da loro,
io, ero zoppo !.
Di Aurelio Albanese
È Dio che è
È Dio che è
anche in un bacio,
in un profumo semplice,
in un raggio di luce
capace di strabiliare
o quel profumo
che ti sazia il cuore.
È Dio che è,
la semplicità
e beltà d’un fiore,
i dolci occhi
fragili d’un bambino
o l’amoroso amore
del sole che sorge.
È Dio che è
felicità, la valle,
il monte, il prato,
il vento e il fuoco,
il mare e il cielo
e ogni altra bellezza
dell’infinito creato.
Dio è la mano,
che mi sorregge se cado
nel mio cammino
e la voce che sussurra
al mio orecchio,
che consola ogni dolore
e conquista tutto.
È Dio che è il cuore
che mi batte in petto,
perché è, ogni respiro,
ogni meravigliosa
meraviglia, è Lui solo
il calore e il freddo,
e il sapore vero
di ogni sentimento mio
che ogn’ora ancora
mi fa come pazzo
innamorare della vita.
di Aurelio Albanese
In dolci sospiri
E frugare con la lingua
e ogn’altro senso
tra i sapori della vita
riconoscendone l’odore
e di quel piacere
sottile, ogni più tenue
sfumatura.
E sfiorare con le dita
le nuvole e tutto
il colore del cielo,
godendo appieno
dell’amoroso amore
di chi ti ama davvero.
E sorridere
con occhi puri
e saziato di gioia
gridare e piangere
di lacrime vere,
e dure parole
che feriscono dentro.
E innamorato,
ogni istante, come impazzito
arrendersi a te;
ai tuoi baci ardenti
e sinceri
e in quei dolci sospiri
che costringono il cuore
con lacci,
in dolci catene d’amore.
E guardare alla notte
con meno paura,
aspettando più sereno
di cadere al suolo pur’io,
come foglia che muore.
di Aurelio Albanese
Non sapevi forse
“Solo se perderò
l’equilibrio dell’amore
ritroverò l’equilibrio”
ci dicevamo spesso…
ma cosa di me
hai veramente amato,
cosa guardavi di fuori
in amorosa fiamma
che poi il tempo
ha cambiato in noi
fino al disgusto.
Perché hai
accettato i dolci baci,
tutte le carezze
e sussurrato innamorate
frasi peccaminose,
se già i tuoi occhi,
non avevano rispetto
di ciò che ero,
d’ogni mio difetto
e del mio amor
per te sincero.
Non sapevi forse,
tu pure ,
che dopo un solo attimo
avremmo perso tutto
della bellezza.
Non sapevi
che anche il fiore
più bello e profumato
appassisce e muore
o che il giorno
più dolce e caldo
è nel tramonto
che poi spegne
la sua fulgente luce
e cede e s’arrende
sulle dolci onde del mare.
Cos’è che a entrambi
ha cambiato il cuore
e non ci lascia ancora dire
che la vita è amoroso
amore e non mi stanca..
di Aurelio Albanese
Privo di virgole e punti
“ l’Anacoluto ”
Non capisco perché
ogni volta
che sollecitato dal cuore,
ti chiedo insicuro
un parere sincero
su come io scriva,
ho come il sentore
d’essere ai tuoi occhi
considerato solo;
un Anacoluto
più o meno mediocre
poeta inferiore,
privo di virgole e punti
e d’argomenti saccenti,
popolano e grezzo
e che parla d’amore
o dei suoi sentimenti
più importanti,
come un immaturo
innamorato della vita,
bello da sentire,
ma che ha ancora
tanto da imparare
per raggiungere quelle rime
sempre verdi
che trapassano amorose
il petto di tutti.
E neppure il perché
io da te m’aspetti
quel rispetto che apprezzi
e riconosca
il mio amar sincero
che parla si di se,
ma pure di tutto quel dolore
che è attorno
e dentro a me è vivo.
Che forse non è il mio
un pari amore
che muove anch’esso il sole
e tutte l’altri stelle….
di Aurelio Albanese
Siam fragili figli
Siamo fragili figli,
foglie staccate dal ramo,
da braccia amorose Divine
che marciscono al suolo
nel rimpianto
d’un profumo gioioso
di giorni di luce.
Siamo fragili occhi
attaccati alle cose di qua
che chiedono pietà
quando scende la notte
e tremanti
si attaccano al seno
supplicando perdono,
per aver chiuso il cuore
in catene nel petto,
rendendolo duro
e incapace d’un amore
più grande e sincero.
Siamo mani feroci,
incapaci di carità
e di dare sollievo al dolore
e labbra che bestemmiano
il creatore di ogni bellezza.
Siam olfatto
mai sazio e geloso di tutto
dolci come Arpe,
flauti e violini,
tempio violato,
e foreste corrotte
da simboli confusi.
Siamo sensi,
siamo ambra e muschio,
colori e vita ricca
di meravigliosa meraviglia,
fragili non meno di foglie
che cadono al suolo
ma a volte
capaci di magica luce.
di Aurelio Albanese
Già di là
Nel marmo una foto
ricorda chi eri
a chi distratto ti sfiora
e poche frasi amorose
a ricordo e rimpianto
del tuo amare perduto
sono un flato di voce
nel silenzio assoluto.
Ma nel cuore
di chi ti ha amato
davvero sei ancora
quel vivo dolore
che rimane perfetto
nel petto e a tutto
da senso e valore.
Già di là
tu sorridi con mamma
e già stringi
di papà la sua mano,
già vi vedo
dove nulla è corrotto
con il volto sereno.
Io ti bacio
fratello mio amato
e al cuore ti stringo
in lacrime dolci
che non trattengo
e rimango in silenzio
in preghiera
per qualche minuto
in un saluto
d’amore perfetto.
di Aurelio Albanese
Quell’amore cristiano suo
“ Don Carlo Gnocchi”
Quei gioiosi bambini
dai pantaloni strappati,
dalle gambe
e le braccia offese,
dai sorrisi generosi
e gli occhi
sempre pieni di lacrime
per quei genitori,
fratelli e sorelle lasciati
a casa con dolore.
Quei bambini di Don Carlo,
mutilatini e polio
e ogn’altro amato
figlio più sfortunato
umiliato dalla vita.
Carissimi ci chiamava,
ad ogni sua carezza
bacio o parola
che sempre incoraggiava
tutti a fare meglio
e, a non lasciarci vincere
dalla sofferenza,
dalla prepotenza e arroganza,
di chi non ha amore.
Quell’amore cristiano suo
perfetto
che ha saputo guardare
dentro il dolore
d’ogni bambino
e abbracciarlo e stringerlo
forte al petto.
E ancora da lassù,
con amoroso amore
su tutti veglia
e ancora a tutti insegna
che la vera vita è
saper guardare oltre..
di Aurelio Albanese
Io ! scriverò di noi
Chi scriverà di te
che hai a tutti
chiuso il tuo cuore
e serrato
le tue labbra ai baci.
Chi !
con rimpianto
vero e a dispetto
di tutto scriverà
dolci frasi
d’amoroso amore
con ricordi capaci
di raccontare
con gioia d’averti
avuto accanto.
Chi tratterrà geloso,
dentro,
quell’amoroso pieno
che sazia e costringe
al pianto,
ogni lettore e amante
per quella bellezza
che di qua e di là
ha vinto.
Non è l’amore forse
il solo umano segno
ancora degno
di rimanere vivo
oltre la morte..?
non è forse l’amore
che a imperituro scrive
d’una più lunga notte
nel firmamento
pieno di stelle la parola
vita…?
Io ! scriverò di noi
e mostrerò d’aver per te
perdono…
di Aurelio Albanese
Fu Dio
Sotto le stelle
pago, riposa l’uomo,
bello e vigoroso
come un Adamo.
Riposa saziato
d’ogni dolce profumo
più antico
e con il volto, rivolto
in quel vivace colore
dell’intero creato.
Nei suoi occhi
ha la gioiosa luce,
di chi nel cuore sa,
con certezza
d’essere amato
come un figlio speciale,
e per cui riposa
in un sorriso
amoroso aggraziato,
come un perfetto
disegno, lì, disteso
su d’un morbido
letto fiorito.
E fu Dio che lo pose
così rifinito,
sotto la volta del cielo
e lo rese sovrano,
affinché fosse felice
e pieno di quella pace,
sacrario d’ogni pensiero
e carico albero
ricco di frutti.
Fu Dio che per lui
mutò i suoni del vento
e separò la terra dal mare,
il buio in luce
e che lo amò così tanto
da perdonare di lui
tutte le offese.
di Aurelio Albanese
Novembre è sull’uscio
È così
che stamane mi sento,
come avvolto
da un refolo di vento
che mi punge il volto,
le narici e che
con un brivido freddo
m’entra fin dentro
a tutta quella voglia
che avevo di gioia,
ma che come il sole
oggi è coperta da nuvole.
Stranamente
è uggiosa la bruma
che nasconde Torino,
fredda non meno
della foglia che al suolo
marcita odora di brina
e che frena il desiderio
di abbracci amorosi
e di toglier
da addosso lo sporco.
Ed è per quel grigio
di Novembre che avanza
e che oramai è sull’uscio
e già cambia finanche la luce
che frizzante discende
dai monti imbiancati
e già cambia il ritmo di vita
e degli innamorati
quei loro occhi che morsi
dal freddo ridendo
soffiano dentro la tazza
di cioccolato che fumante
profuma e sazia di loro
sia cuor che palato.
Ed è per quel desiderio
di ritrovare la gioia
e raggiungerti
ovunque tu sia come freccia
scagliata nel cielo
nell’aria aprirò le mie braccia
aspettando che il vento
diradi la bruma e ancora
mi scaldi e ancora
mi porti un tuo bacio.
di Aurelio Albanese
La bruma d’Autunno
Tiepido il sole
oggi s’affaccia dai monti
e fa capolino
sui campi e sui tetti
e scioglie la brina
e scalda amorosa
i tristi
rami già spogli.
E un venticello
tiepido, già
di primo mattino
in un danzare di foglie
spazza via la bruma,
che giù a valle
nascondeva tutta
la mia bella Torino.
Nei campi
un po’ più lontani,
al pascolo, strappano
gli ultimi fili d’erba
il cavallo, la pecora,
il bue e l’asinello
e le galline pigolano
tra le arate zolle
e tutto profuma nell’aia
e a riva del ruscello.
L’Autunno oggi
colora le nuvole di rosa
e già ci regala
le prime cime
delle alpi più alte
imbiancate
e quell’aria frizzante
e pulita che sazia
e già con la luce scende giù
dal Monviso.
di Aurelio Albanese
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